Dal libro all’e-book: un passaggio entusiasmante, ma pieno di sfide

A cura della Dott.ssa Luciana Cumino, Biblioteca Civica di Cologno Monzese

 

Dal 2010 in Italia si parla molto di editoria digitale e di passaggio all'e-book, alcuni con entusiasmo altri con scetticismo. Eppure, anche se più lentamente rispetto ai Paesi stranieri, il passaggio al digitale è un fenomeno inarrestabile con cui gli editori, anche se riluttanti, stanno facendo i conti.

Questo passaggio presenta numerosi vantaggi per tutti i soggetti coinvolti, ma tante sono le difficoltà.

Gli editori possono finalmente eliminare i costi di tipografia, di trasporto dei libri e di magazzino, ma si trovano, dall’altra parte, a dover sviluppare molte nuove competenze: come ad esempio la conversione dei file nel nuovo formato epub; ad affrontare la pirateria che, fino ad ora, aveva toccato solo l’industria audio e video, mentre oggi anche i libri elettronici possono essere diffusi facilmente senza alcun controllo da parte degli editori. E non ultimo arriva il fenomeno del self-publishing: gli autori sono ora in grado di pubblicare i propri scritti da soli a costi irrisori e vedere i loro e-book in vendita sulle più importanti librerie on-line.

Anche sul versante dei lettori le novità non mancano: tra i vantaggi per l'utente, la possibilità di ingrandire i caratteri degli e-reader è un passo avanti per la lettura di anziani e ipovedenti; senza contare che ora si può portare comodamente tutta la propria libreria in tasca grazie a e-reader, smartphone e Pc; si possono acquistare gli e-book a prezzi inferiori rispetto al libro tradizionale, e comodamente da casa con un “click”. D’altro canto, però, il lettore moderno, abituato a scaricare liberamente testi digitali, deve scontrarsi con le protezioni antipirateria dei file (i famigerati Digital Right Management); con i formati proprietari (ad esempio Azw di Amazon); e con i supporti di lettura (e-reader) che non leggono tutti gli stessi tipi di file per e-book. Per destreggiarsi in questo mondo digitale, i lettori dovranno acquisire nuove competenze tecniche. Soprattutto, scopriranno che l’e-book che acquistano non è davvero un libro: un e-book può essere usato solo personalmente, non può essere rivenduto, prestato o regalato se non attraverso apposite formule commerciali previste dagli editori o dalle piattaforme di distribuzione. Quando si compra un e-book, infatti, si compra non un oggetto, ma una licenza d'uso che regolamenta in modo preciso cosa il lettore può o non può fare. Al riguardo è in corso un’accesa polemica: considerato che gli e-book non sono proprio economici, lettori e biblioteche di tutto il mondo chiedono a gran voce una regolamentazione specifica del diritto d'autore per i libri elettronici, che per ora non esiste.

Infine, anche le biblioteche cercano, a volte faticosamente, di ritagliarsi uno spazio in questo nuovo scenario digitale. E ci stanno riuscendo. Sempre più biblioteche collaborano a progetti di digitalizzazione che salveranno il nostro patrimonio culturale dall’oblio. Aderiscono a piattaforme digitali che permettono a chiunque il prestito gratuito degli e-book 24 ore su 24 direttamente da casa. Si informano e agiscono per la diffusione capillare della cultura in tutti gli strati sociali, abituando i loro utenti alle nuove tecnologie. Le biblioteche vivono sempre a più stretto contatto della comunità e delle istituzioni scolastiche come valido strumento di supporto. L’attenzione dei bibliotecari, infatti, non è più focalizzata solo sui documenti, ma si è spostata sulle persone e sui servizi da offrire per i bisogni di ogni giorno. Per questo motivo le biblioteche sono il ponte che traghetta la società dall’era della carta a quella del digitale.